
skkstories_29
Un ricordo è come una bolla. Trasparente, leggera. L’immagine al suo interno è convessa, fotografia di uno sguardo dal sonoro ovattato. Ricordo che durante l’ultimo viaggio a Praga mi è stata posta la domanda: «Ma come fai a ricordarti così bene tutti i luoghi e le strade?»
Non ho saputo rispondere subito, anche perché non è una domanda così banale, ma poi ho ammesso che prima di partire avevo studiato bene la mappa della città. Vero anche che ero già stato nella capitale ceca, ma avevo sei anni se non ricordo male; un’altra volta a diciotto anni, ma si trattava di una gita di classe.
La verità è che una mappa non è nulla senza i ricordi. Per carità, rende tutto molto più semplice se unita a un buon senso dell’orientamento. Tuttavia, credo che l’associazione sia il più grande potere nelle nostre mani. In questo modo un reticolo di strade non sarà solo una mera indicazione, ma un insieme di immagini utili a ritrovare la strada anche nel caso in cui una qualsiasi conversazione arrivi a distrarti. Lì è dove hai gettato una moneta con l’augurio di poter tornare, lì è dove ti sei fermato a comprare un dolce, lì è dove ti hanno fatto giocare con l’arco. Uno sguardo e il passo verrà automatico, senza bisogno di interrompere il cammino, e la mappa sarà solo uno strumento utile per confermare la scelta.
E.
(soundtrack: Yosi Horikawa – Bubbles)