Tra spettacolarizzazione e psicosi di massa

(qui un articolo molto utile per capire la psicosi Blue Whale e il ruolo del programma Le Iene)
Ehi, tu. Sì, proprio tu.
Scommetto una cosa: ti sei fatto trascinare dall’uragano a nome Blue Whale, vero? Bene, ti do il benvenuto nella nuova psicosi di massa.
Non ho bisogno di esaminare la tua bacheca. Scommetto che da qualche settimana a questa parte hai contribuito alla diffusione di un allarmismo insensato e fondato su una considerazione molto semplice quanto antica: la deriva di una nuova generazione alle prese con la novità.
Prima di puntare il dito contro i social network, rei di aver diffuso il supposto fenomeno del suicidio in “50 giorni”, fermati per un momento a pensare a te stesso. Un po’ di training autogeno, ché tanto è di moda.
Ponetevi le seguenti domande:
- Sono un genitore presente?
- Sono un genitore voglioso di educare mio figlio nell’utilizzo delle nuove tecnologie?
- Sono in grado, io per primo, di utilizzare tali tecnologie?
La risposta, mi spiace, è NO.
Primo, sei il tipo di genitore che abbandona i figli davanti a tv o computer: non hai tempo e voglia di stare con loro. Secondo, non essendo tu in grado di utilizzare correttamente la Rete, non sei certo capace di educare altri a farlo. Per non parlare di un’assenza pressoché totale di capacità di analisi testuale, il che aiuta molto scivoloni simili — come quello in cui è caduto Matteo Viviani e Le Iene in toto — a eccellere in visibilità spiccia.
E tutto ciò si riassume in click compulsivo sul tasto “Condividi”.
Mi rendo conto, amareggiato, di non aver esagerato troppo quando ho parlato dei renzikeffà?!.
Non voglio infierire oltre, ma prima di terminare vorrei farti ragionare sulle parole pronunciate da Viviani in merito all’utilizzo di video non attinenti al fine di raccontare una data notizia: «Era solo il punto di partenza, cambiava qualcosa se mettevo un voice over [cioè una voce fuori campo] di 4 secondi in cui dicevo che quei video non erano collegati al Blue Whale?».
Giusto quello che ci si aspetta di sentire da un professionista dell’informazione, vero? Soprattutto in un’epoca in cui verifica delle fonti e precisione informativa dovrebbero essere le prime preoccupazioni del giornalista.
Io non ho la forza di commentare oltre. Posso solo dirti che Le Iene sono il giornalismo di cui non avete bisogno, ma che sotto sotto ti meriti.
Sei solo parte di un branco di pecore da psicosi. Bela ancora, se ne hai il coraggio, ma solo dopo avermi esposto la bontà del metodo Stamina.
Un abbraccio e un bacio,
E.