Cinque attori e un autore deceduti. Una sceneggiatura rimasta nel limbo. Una leggenda maledetta che ancora aleggia nelle case di produzione cinematografiche.
Questa è la storia di Atuk.

Il mondo del cinema è una guerra e le sceneggiature sono i soldati che la combattono. Alcune diventano dei film e possono ricevere una medaglia, mentre la maggior parte giace sepolta in un limbo di schedari polverosi simili alle file di bare bianche che riempiono i cimiteri militari. Ci sono casi, poi, in cui una sceneggiatura viene approvata, comincia la produzione, ma poi il progetto viene annullato perché attorno a esso tira una brutta aria (o scalogna, che dir si voglia).
Si sa che il mondo dello spettacolo vive di piccole superstizioni e riti scaramantici, ma questi sono davvero forti a tal punto da costringere una casa di produzione ad abbandonare un progetto sul quale si sono già investiti molti soldi?
Per rispondere a questa domanda, ti racconto la storia di Atuk.
Il progetto Atuk
«Screen is frigid white; image resolves to powder swirling and rolling like smoke as wind howls and an eskimo appears in the distance, struggling across an infinite plain of ice, falling down one or two times but deliberate and determined».
Queste sono le prime righe della sceneggiatura di Atuk, adattamento del romanzo L’incomparabile Atuk (Mordecai Richler, 1963), il quale narra la storia di un eschimese che si trova ad affrontare il caos di New York e tutte le differenze rispetto alla sua terra d’origine.
Il romanzo ottiene un buon riscontro e svariate case di produzione vogliono trarne un film, e a questo proposito Norman Jewison ne produce una prima sceneggiatura all’inizio degli anni Settanta. Da qui parte una serie di eventi che ha contribuito a trasformare Atuk in una delle leggende nere di Hollywood.
Cronologia
1982
John Belushi, interessato al ruolo di protagonista, muore di overdose. Aveva già letto il copione.
1992
L’attore Sam Kinison, scritturato per il ruolo di protagonista, muore in un incidente d’auto. A causa di una riscrittura della sceneggiatura, costi e tempi si erano già dilatati a tal punto che si era deciso di annullare il progetto. Prima che il set venisse abbandonato, l’attore aveva fatto in tempo a girare una scena.
1994
John Candy, celebre attore che aveva accettato il ruolo di protagonista, muore per attacco di cuore. Lo stesso anno muore di emorragia cerebrale Michael O’Donoghue, autore hollywoodiano che aveva convinto Belushi e Candy a considerare il progetto.
Intanto i produttori iniziano a perdere interesse nel progetto. Si ha la sensazione che la sceneggiatura porti scalogna.
1997
Mentre sono in corso le trattative per accettare il ruolo di protagonista, l’attore Chris Farley muore di overdose.
1998
Phil Hartman, attore amico di Candy, viene assassinato dalla moglie. Stava considerando di prendere parte al progetto.
Nei due anni successivi Atuk rimane di proprietà della United Artists, la quale lo lascia in sospeso in attesa di sviluppi. Nel 2000 la sceneggiatura viene messa all’asta su eBay.
Scaramanzia e superstizioni sono armi potenti
Cosa serve perché una sceneggiatura interessante possa giacere in uno schedario polveroso e assurgere al rango di film maledetto? Direi che cinque attori e un autore deceduti sono abbastanza, e questo anche se la storia è considerata buona.
Per rispondere alla domanda iniziale, la storia di Atuk ci insegna come la combinazione di superstizione, scaramanzia e coincidenze siano davvero in grado di fermare un progetto su cui si erano già spesi molti soldi; non si conosce la cifra esatta, e probabilmente rimarrà ignota per sempre, ma questa doveva essere alta considerando i nomi coinvolti e il fatto che già una volta aveva giustificato un fermo. E non servirebbe nemmeno nominare coloro i quali si sono mostrati interessati al film e sono comunque sopravvissuti (John Goodman, Will Ferrell e Jack Black su tutti), Atuk è la dimostrazione che i dollari non sono un deterrente al sistema di credenze che da sempre caratterizza l’essere umano.
E.
Se ti senti audace quanto basta, qui puoi leggere la sceneggiatura di Atuk (versione del 2 maggio 1988).