Questioni di differenza
Stando alla sua definizione, il termine ‘etnico’ non contiene alcuna accezione discriminatoria. Anzi, può essere visto come aggettivo utile a mettere in risalto la ricchezza di differenze che rende stupendo il genere umano.
E se ci pensi bene, caro Lettore, anche una pizzeria napoletana può rientrare nella definizione di ristorante etnico, in quanto appartenente e rappresentante di una cultura specifica. Lo stesso si può dire di trattorie, osterie, commercio a chilometro zero, alimentari, fruttivendoli, botteghe di artigianato e antiquariato, showroom di mobili e tendaggi, e tutto ciò che contribuisce a vendita e consumo del tanto esaltato made in Italy.
Qual è allora la differenza tra un certo tipo di etnicità e un’altra? Sarà il fatto che certi locali vengono visti come punto di ritrovo per la feccia, per un tipo di avventori che disturbano il sonno dei giusti coi loro schiamazzi non dissimili da quelli emessi da un qualunque ubriacone di paese presso il bar di fiducia. Oppure sta tutto nell’illegalità che si sviluppa attorno a certi locali, anche se qui non noto molta differenza con i vari baretti e negozietti da due soldi usati come copertura per attività illecite.
Allora, qual è la differenza? Non lo so, o meglio non voglio pensarci e crederci. Anche perché spero non verrà mai il giorno in cui, abbassando la serranda del negozio, un indiano si troverà a leggere queste parole impresse con una bomboletta spray: «NEGOZIO ETNICO». In quel momento, una parola bellissima perderà ogni valenza positiva in favore del nero tenebra.
Non sono le parole a essere pericolose, ma le persone che le usano.
E.
