Comunicare: lo stai facendo sbagliato
Il video che hai appena visto non è stato pubblicato sul profilo di qualche fanatico o su qualche gruppo (li conosci bene, dai) in cui la passione della militanza lascia il posto alla follia cieca. Niente di tutto ciò.
Come si può ben intuire dai metadati presenti, è stato pubblicato sulla pagina ufficiale del Partito Democratico.
Il tutto potrà anche apparire divertente ai più, e non sentirti in colpa se sei tra loro. Ciò su cui voglio riflettere – e solo per quanto riguarda questo mio spazio – è riassumibile in una parola: comunicazione.
È risaputo che l’identità di un soggetto è in stretto contatto con la comunicazione che fa di sé stesso. In base al tipo di storytelling, di lessico e di tipologia testuale, il comunicatore viene identificato dal pubblico che lo segue. Non è solo questione di cosa si comunica, ma soprattutto di come lo si comunica.
Detto questo, cos’è successo al Partito Democratico?
Ormai è evidente la sua guerra aperta al Movimento 5 Stelle, sola e vera minaccia per quanto riguarda il posto di primo partito italiano. Sono questioni che sappiamo benissimo essere di “sangue e merda”, in quanto – per dirla in parole più tenere – non c’è conflitto più spietato di quello politico. E proprio come in ogni conflitto, non ci si è mai fatti nessuna remora a distinguere nettamente gli schieramenti. Si vuole comunicare un “noi”, quindi consolidare una base ben specifica, che combatta “loro” (gli avversari).
Il video sopra riportato è quanto di più sbagliato possa esistere in ambito comunicativo. I contenuti, discutibili o no, sono stati confezionati tramite modalità narrative proprie agli avversari. Il tutto ha creato un effetto boomerang: la perdita di identità.
Il fine, presto detto, è quello di conquistare gli elettori della base avversaria. Ma ne vale davvero la pena?
Dimmelo tu.
E.